Cooperazione internazionale: legge di bilancio 2019

10/09/2018

Articolata Nota della rete LINK 2007, inviata il 28 agosto 2018 alla Viceministra Emanuela C. Del Re in vista del suo incontro con il Consiglio di Presidenza della rete avvenuto il 10 settembre.

La progressione dell’Aps (aiuto pubblico allo sviluppo) dell’Italia è stata costante passando dallo 0,19% del Pil nel 2014, allo 0,22 nel 2015, lo 0,27 nel 2016, fino a superare lo 0,29% nel 2017. Uno stanziamento pari almeno allo 0,30% del Pil dovrebbe essere l’obiettivo minimo nel 2019, pena la credibilità e il peso internazionale dell’Italia. LINK 2007 da tempo propone però di accelerare il raggiungimento dello 0,50% del PIL (media UE) al 2026, per dare il concreto segnale di considerare la cooperazione allo sviluppo non più solo come un obbligo internazionale ma come un investimento per il futuro delle relazioni politiche ed economiche del nostro paese e per affrontare in modo complessivo e integrato il tema dei movimenti migratori e del loro governo.
L’appunto prende poi in considerazione alcune priorità che riguardano i tre soggetti istituzionali definiti nella Legge 125: l’Aics, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, la Dgcs, Direzione Generale del Maeci, la Cdp, Cassa Depositi e Prestiti, “istituzione finanziaria per la cooperazione internazionale allo sviluppo”.
LINK 2007 evidenzia che nel conteggio dell’Aps italiano pesa in maniera rilevante la voce “rifugiati nel paese donatore” gestita dal Ministero dell’Interno. L’Ocse-Dac permette infatti di contabilizzare come Aps alcuni costi sostenuti per i richiedenti protezione. In Italia tale computo è aumentato del 63,4% nel 2016, giungendo a 1,570 miliardi, il 32,7% del totale, diminuendo lievemente nel 2017 (31,4%) con la riduzione degli arrivi dei migranti. La forte diminuzione degli arrivi potrebbe comportare una notevole riduzione di questa componente, riportando l’Aps italiano ai livelli del 2015.
D’altro canto, il Ministro dell’Interno ha manifestato l’intenzione di destinare “almeno 1 miliardo” per lo sviluppo dei paesi africani, “a partire da Tunisia, Marocco e Algeria”. Potrebbe trattarsi della cifra ‘risparmiata’ per l’accoglienza dei richiedenti protezione. Che il Ministro dell’Interno definisca e decida interventi di cooperazione internazionale allo sviluppo pone seri problemi di coerenza con i fini della cooperazione allo sviluppo e con i principi condivisi nell’ambito dell’UE e delle organizzazioni internazionali. Sono problemi che sarebbe bene affrontare prima della definizione della Legge di stabilità 2019 e della programmazione triennale, ricordando che la responsabilità politica della cooperazione internazionale e della sua unitarietà è dalla legge 125/2014 “attribuita al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che ne stabilisce gli indirizzi e assicura l’unitarietà e il coordinamento di tutte le iniziative nazionali di cooperazione”.

VAI ALL’ARTICOLO