Libia, immigrazione mediterranea e iniziativa politica

08/10/2018

La nave Mare Jonio nel Mediterraneo centrale, la Conferenza internazionale di Palermo sulla Libia, il 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, l’adozione del Patto globale sulle migrazioni: davanti a noi due mesi di grande interesse e impegno politico che potrebbero segnare una svolta.
La missione “Mediterranea”, con la nave Mare Jonio e il suo equipaggio, ha il merito di riaffermare il valore di ogni vita umana ed il dovere di soccorrere chi rischia di perderla. È stata presentata come «un’azione di disobbedienza morale e di profonda obbedienza civile … per svolgere un’attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia della drammatica situazione di assenza di soccorsi, nel silenzio e nella complice indifferenza dei governi italiano ed europei».
La valenza politica di questa missione sembra quindi superare di gran lunga il suo valore umanitario. Con qualche rischio, però, date le strumentalizzazioni che saranno messe in atto.
Il punto chiave su cui dovrebbe focalizzarsi quell’azione politica è agire per ottenere la chiusura dei centri di detenzione dei migranti in Libia, perseguire i trafficanti e gli sfruttatori di esseri umani. Il prossimo 10 dicembre celebreremo il 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti di ogni essere umano. Quale occasione più appropriata per una posizione comune del Consiglio europeo sul proprio deciso impegno politico perché si ponga fine alla detenzione dei migranti e ad ogni forma di traffico e di sfruttamento dei migranti? Anche la prossima conferenza internazionale sulla Libia dei 12 e 13 novembre a Palermo dovrebbe contenere questo impegno tra i principali punti in discussione.

VAI ALL’ARTICOLO