Politiche sull’immigrazione: ingannevoli o troppo parziali

05/07/2017

CI RISIAMO, COME SEMPRE. Quando non sa cosa fare, la politica ostenta sicurezza e decisione verbale. Quando non sa come gestire fenomeni ampi e complessi come l’immigrazione e la crescente mobilità umana spinta dalla globalizzazione, presenta soluzioni ‘rapide e semplici, definitive’ ai problemi e alle paure, basate però su conoscenze perlopiù superficiali e su una concezione autoreferenziale e facilona dei rapporti tra gli Stati, quindi irrealizzabili o difficilmente perseguibili, se non in anni di duro lavoro politico-diplomatico che non si può ridurre al ‘battere i pugni sul tavolo’. “Impedire gli arrivi”, “rimandarli a casa”, “aiutare donne e bambini ma rispedire indietro i maschi”, “selezionarli nei paesi di transito”, “aiutarli e bloccarli nei loro paesi”, “rinegoziare tutti i trattati europei” … sono presentati come programmi risolutivi e realizzabili con fermezza e subito. Appena eletti, ovviamente. La pubblicità ingannevole è illecita e l’impresa che inganna viene sanzionata. La politica, invece, può permettersi di ingannare. E più inganna, più ottiene consenso: che è ormai il primo obiettivo dei politici odierni. Di molti, almeno, dato che ne conosco alcuni, e alcune, la cui serietà, il cui impegno e il cui rigore sono encomiabili.

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