Regioni ed Enti Locali nella Cooperazione internazionale

06/10/2022

LINK 2007 ha presentato il 3 ottobre scorso un approfondito documento sulla cooperazione internazionale delle regioni, delle province autonome e degli enti locali. L’ha proposto al Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Composto dai rappresentanti delle istituzioni governative e degli enti pubblici e privati profit e non profit interessati, il CNCS ha infatti dato vita ad un gruppo di lavoro finalizzato ai partenariati territoriali tra regioni e comuni italiani e regioni e comuni dei paesi in sviluppo. La legge 125 del 2014, indicando i partenariati territoriali, ha riconosciuto la centralità della prossimità e della sussidiarietà negli interventi di cooperazione per lo sviluppo umano e sostenibile che si realizzano dai territori e tra i territori.

Partenariato è una parola chiave della legge: non solo tra stati, amministrazioni ed enti pubblici statali ma anche tra territori, comunità, con le loro organizzazioni sociali e del terzo settore, associazioni professionali, istituzioni formative, culturali e scientifiche, imprese del settore privato e così via.

LINK 2007 ha voluto approfondire il vissuto della cooperazione internazionale delle regioni e degli enti locali dagli anni ’80 fino ad oggi e ha cercato di individuare, nell’ambito delle normative vigenti, condizioni e percorsi di un cammino di qualità ed efficacia, oltre che di mutuo interesse, per la cooperazione territoriale. Il documento prodotto, intitolato “I partenariati territoriali delle regioni e degli enti locali nei rapporti di cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile, i diritti umani, la pace”, si compone di dieci capitoli.

Essi sintetizzano temi che vanno dall’esame dell’esperienza acquisita nei decenni a cavallo tra i due secoli ai nuovi orientamenti legislativi compresi quelli costituzionali, all’azione diretta delle amministrazioni e al supporto da queste dato alle organizzazioni del territorio impegnate nei paesi in sviluppo, all’importanza delle organizzazioni della società civile e delle diaspore organizzate, alle opportunità per le imprese, al crescente ruolo delle città e la parallela importanza delle aree rurali, all’inadeguatezza della logica dei bandi e ai piani pluriennali e patti territoriali con una visione di sistema, ad alcune considerazioni per garantire la qualità dei partenariati territoriali ai fini dello sviluppo e della pace e dell’efficienza ed efficacia delle iniziative.

Non si tratta di identificare “un progetto” ma di costruire, nelle realtà territoriali partner, modalità di partecipazione multistakeholder, coinvolgenti insieme le amministrazioni e le comunità nelle componenti di società civile e di impresa, a seguito di accordi quadro di lunga durata, siglati dopo un’attenta valutazione dei bisogni, delle opportunità, dei rispettivi ambiti di fattibile e incisivo intervento, dei legittimi interessi delle parti e dei benefici di sviluppo umano e sostenibile che possono derivarne. Sulla base, da un lato, di patti territoriali che traducano tale condivisa determinazione e, dall’altro, di intese con le istituzioni nazionali a garanzia della coerenza con le priorità e gli indirizzi governativi di politica estera e di cooperazione allo sviluppo.

Ad avviso di LINK 2007 una cosa è certa: il mondo ha bisogno, oggi più che mai, di una rete diffusa di relazioni tra comunità e istituzioni, di reciproca conoscenza, comprensione delle diversità e collaborazione per un comune interesse di pace, di attento uso delle risorse, di salvaguardia del pianeta, di benessere condiviso, contribuendo al superamento delle divisioni e all’abbattimento dei muri.

QUI Il documento completo